“Siamo artigiani con un bagaglio fatto di valori che ci hanno portato fin qui”. Con queste parole Marcello Belligotti, fondatore di Composit insieme ai fratelli Franco e Giorgio, commenta in un video la storia dell’azienda di cucine pesarese che quest’anno festeggia i cinquant’anni. Un percorso che testimonia come le imprese italiane nascano da un’idea e vivano grazie a “una passione e una competenza nate in Italia per il mondo intero”. Oggi in Composit è già attiva la terza generazione ma quel bagaglio di valori, primo tra tutti “mantenere la parola data”, è ancora l’anima di un’azienda che esporta oltre il 70% della produzione all’estero. Massimo Belligotti, figlio di Marcello e direttore commerciale dell’azienda, ci aiuta a scoprire i passaggi più importanti della storia e soprattutto a cogliere quali siano oggi valori, nuove sfide e ambizioni.
Quali sono state le motivazioni che hanno portato alla creazione di Composit e da dove deriva il suo nome?
L’azienda di famiglia è stata fondata già nel 1960. Si chiamava Belligotti e proponeva mobili giorno. Nel 1974 nasce, invece Composit che all’inizio produceva armadiature, arredi per la zona giorno e camerette realizzati con un innovativo sistema produttivo. L’estrema componibilità del programma diede vita anche al nome dell’azienda, Composit, appunto. Mio padre, però, ha sempre avuto una passione per le cucine e quindi ha convinto i suoi fratelli a tentare l’avventura in questo settore a partire dal 1984. Nel 1988 Composit decide di dedicarsi esclusivamente alla produzione di cucine componibili.
Quando inizia la collaborazione con designer esterni?
La volontà di creare prodotti di qualità, curati in ogni dettaglio a partire dalla scelta dei materiali, caratterizza da sempre Composit ma i fondatori sentono la necessità di crescere ulteriormente la loro cultura del “saper fare” attraverso il confronto con la visione di designer all’avanguardia. Un dialogo che continua ancora oggi e che ci ha permesso di affrontare anche la sfida sui mercati esteri con prodotti unici e riconoscibili.
Chi fu il primo designer con cui Composit iniziò a collaborare?
Giorgio Cazzaniga, che già lavorava da qualche anno con la Belligotti, disegna la sua prima cucina nel 1984. Da allora sono state tante le proposte del noto progettista, di cui ricordiamo le iconiche Maxima, Free e Touch, quest’ultima ancora in produzione. Nel frattempo abbiamo iniziato a collaborare con altri designer, tra cui Ennio Arosio, Studio Kairos, Roberto Lazzeroni, Stefano Bizzarri e Claudio Cinti, Liliana Leone e Luca Mazzari. Negli ultimi anni ci affianca nella progettazione Enrico Cesana che ha firmato anche l’ultima proposta Code presentata in occasione della Design Week nel nostro show room. Un modello trasversale con un sistema di boiserie che collega la zona giorno con la cucina e che abbiamo pensato soprattutto per il mercato italiano, mentre Materya, l’altro modello proposto a Milano, è stato ideato da un designer di Los Angeles ed è rivolto soprattutto ai mercati esteri.
Composit esporta circa il 70% del fatturato. Quali sono i valori più apprezzati all’estero?
Sicuramente la capacità di personalizzare ogni tipo di arredo. Siamo un’azienda flessibile per dna ma in questi anni abbiamo spinto ancora di più in questa direzione, sia migliorando i processi produttivi (l’ultimo investimento è stato messo a terra tra il 2022 e il 2023), sia inserendo nuove risorse specializzate. Ricordo, per fare un esempio, che proponiamo sei colori per la cassa interna. Un dettaglio che definisce la nostra volontà di lavorare su ogni componente, anche quelli meno visibili.
Quali sono i mercati più importanti per voi?
Stati Uniti e Gran Bretagna sono in prima posizione. In questi Paesi lavoriamo soprattutto attraverso dealer e studi di architettura con cui sviluppiamo progetti prestigiosi. Soluzioni per grandi ville, in cui possono essere richieste anche tre cucine. Completiamo la nostra offerta con le armadiature e i sistemi giorno, che sono la naturale estensione delle cucine. Nel nuovo assetto produttivo, abbiamo concentrato in un unico stabilimento le diverse tipologie ed entro l’anno uscirà un catalogo a marchio Composit con tutte le soluzioni che offriamo alla nostra clientela, compresi gli armadi.
Potreste ampliare ulteriormente il vostro catalogo?
Siamo consapevoli che proporre ai nostri clienti un’offerta completa è sempre un ulteriore plus, ma vogliamo procedere facendo i giusti passi perché vogliamo preservare sempre quella qualità che è stata ed è uno dei valori fondanti dell’azienda.
Quali sono invece le priorità per il mercato italiano?
Crescere è una necessità all’estero come nel nostro paese. Oggi il mercato della distribuzione in Italia è molto polarizzato. Da una parte ci sono i grandi brand che si impongono sull’insegna del negozio, dall’altra ci sono punti vendita che invece vogliono affermare e tutelare la propria indipendenza. Noi ci rivolgiamo a questi ultimi e nello stesso tempo portiamo avanti anche un’attività di comunicazione con gli architetti, soprattutto attraverso i social su cui abbiamo investito molto negli ultimi anni. La nostra capacità di personalizzare il prodotto è apprezzata molto anche in Italia, in particolare dai chi punta sul progetto e non solo sul prezzo.
Quali sono gli obiettivi per “festeggiare” questi primi cinquant’anni di attività?
Vogliamo rendere operativi entro fine anno i prodotti presentati a Milano, che sono stati entrambi molto apprezzati dai clienti. Rappresentano un nuovo capitolo di una storia che ha ancora molto da raccontare anche grazie a tutti i nostri clienti e collaboratori, con i quali proprio a Milano abbiamo festeggiato l’importante compleanno importante di Composit. Il mercato si evolve e anche l’azienda non rimane ferma. Stiamo valutando per il prossimo anno un significativo investimento sul sistema gestionale per rendere ancora più efficiente l’integrazione di tutte le fasi della progettazione e produzione. L’obiettivo è sempre lo stesso dei fondatori. Produrre arredi di qualità in una continua “tensione verso il meglio”, come ama ricordare mio padre Marcello, per crescere in Italia e nel mondo.