Cucina, spazio fluido e identitario

Paola Caniglia, Partner & Head of BU Retail BVA Doxa, racconta in base alle evidenze dell’osservatorio Casa Doxa come gli italiani desiderano l’ambiente cucina

Qual è la percezione che gli italiani hanno oggi della cucina e quali le aspirazioni relative a questo ambiente? Dati interessanti arrivano da Casa Doxa, osservatorio multisettoriale in grado di dare indicazioni sull’evoluzione della domanda in tutti i settori di business che insistono sul living. Giunto alla sua sesta edizione, si basa su un campione omogeneo quanto a genere e composto per il 14% da Gen Z (18-27 anni), per il 25% da Millennials (28-43 anni), per il 31% da Gen X (44-57 anni) e per il 30% da Boomers (58-76 anni).

Separabile ma all’occorrenza aperta

Paola Caniglia, Partner & Head of BU Retail BVA Doxa

La cucina rimane una delle stanze del cuore della casa: poco meno del 20% degli intervistati la considera infatti il suo ambiente preferito” spiega Paola Caniglia, Partner & Head of BU Retail BVA Doxa. Rispetto al periodo Covid si registrano però dei cambiamenti. Attualmente nella maggioranza dei casi (circa il 60%), le persone hanno ancora la cucina come stanza a sé: nei desiderata, però, se si chiede di immaginare un cambiamento di casa o una ristrutturazione, sale la quota (da 11 a 27%) di chi la vorrebbe a vista ma separabile con una porta scorrevole dal living. “Un dato che esprime la concezione di cucina come luogo non più privato ma di condivisione con altri - osserva Caniglia -, che all’occorrenza si apre, magari dopo una giornata di lavoro o di studio, per stare insieme durante la preparazione dei cibi. Questo desiderio di cucina separabile ma anche aperta è più forte nella generazione Z e nei Millennials”. Perde decisamente posizioni invece la cucina a vista: dall’attuale 30% circa scende al 23%. “La cucina separabile, protagonista all’occorrenza, è un desiderio come la cabina armadio” puntualizza Caniglia.

Modernizzare e rinnovare, lo farebbe il 24%

A livello di disponibilità di spesa, quasi un quarto degli intervistati (il 24%) se avesse una somma da investire nella casa, lo farebbe nella cucina, per modernizzare e rinnovare, magari abbattendo pareti e inserendo porte scorrevoli per venire incontro a questa nuova idea di spazio. Il tema della sostenibilità è sempre molto presente, anche quando si parla di arredi e di complementi d’arredo. “I consumatori - sottolinea Paola Caniglia - sono molto attenti, e quando valutano la scelta di nuovi arredi richiedono che l’intera filiera produttiva sia attenta alle questioni ambientali (lo dice il 37% degli intervistati, voce che raccoglie il maggior numero di consensi)”.

Consumatori attenti, meno social e più fiducia di marca

Un’altra priorità è quella di essere ragionevolmente sicuri che gli arredi non contengano sostanze nocive per l’ambiente e per le persone (un intervistato su due). Per informarsi leggono le etichette (48%) o fanno ricerche su Internet (39%) e sui media prima di acquistare. Perdono rilevanza i social (scelti dal 14% come fonti), restano importanti le informazioni fornite dall’addetto alle vendite (per il 18%). Ancora molto forte (24%) il peso attribuito alla marca di fiducia.