Dazi del 25% alla Ue “nata per truffare gli Usa”: le recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump non hanno lasciato certo indifferente l’industria italiana e a commentare le possibili conseguenze di queste misure è stato, a margine del Consiglio Generale di Confindustria svoltosi il 27 febbraio, Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo.
“Non è più pensabile rimanere indifferenti e silenti di fronte a eventi che rischiano di scardinare il nostro sistema produttivo che, ricordiamolo, rappresenta anche l'architrave su cui si poggia il sistema di welfare – è infatti la dichiarazione di Feltrin riportata dall’Ansa -. Dal presidente Trump arrivano decisioni che se applicate metterebbero nel giro di 24 ore in ginocchio imprese, lavoratori e a cascata tutta l'economia italiana. Per gli industriali – ha continuato il presidente di FederlegnoArredo - urge un'azione forte, chiara e che veda il sistema Paese compatto anche nel chiedere all’Europa di battere un colpo, difendere se stessa e smettere di suicidarsi con misure e regole che spesso fanno esclusivamente il gioco di chi, con un colpo di spugna, mira ad annientare la nostra forza produttiva. Se non difendiamo da soli le nostre produzioni che rappresentano anche la nostra storia e i nostri valori, chi pensiamo possa farlo per noi?".
Un’analisi condotta dal centro studi di Confindustria ha mostrato come i dazi verso l’Ue colpirebbero con maggiore forza l’Italia rispetto ad altri Paesi. Secondo i dati l’export italiano risulta infatti più esposto rispetto alla media europea con il mercato americano che rappresenta il 22,2% delle vendite fuori dal Vecchio Continente, circa 3 punti in più rispetto al resto dell’Unione (19,7%). Nel 2024 le vendite di beni e servizi hanno toccato quota 65 miliardi con un avanzo commerciale di 39 miliardi.
Anche Confartigianato ha elaborato una stima di quello che potrebbe essere l’effetto dell’applicazione dei dazi: il calo in valore dell'export italiano potrebbe superare gli 11 miliardi, arrivando fino al -16,8% delle nostre esportazioni negli Stati Uniti. L’analisi evidenzia in particolare il rischio per i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese, nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9% tra gennaio e settembre dello scorso anno. In particolare, aumenti consistenti dell’export si sono registrati per i prodotti alimentari (+24,1%), del legno (+6,4%), dei mobili (+4,2%) e dell’abbigliamento (+3,5%). Le regioni più esposte sarebbero Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte e Lazio, e tra le province, prima Milano poi Firenze, Modena, Torino, Bologna, Vicenza.