Margraf debutta alla MDW con CRASH

Spazio Big Santa Marta - Via Santa Marta 10 | Margraf presenta in occasione della sua prima Milano Design Week CRASH, un’installazione progettata da Hannes Peer Architecture

Margraf, azienda italiana leader nel settore del marmo, ha scelto di presentare in occasione della sua prima Milano Design Week CRASH, un’installazione progettata da Hannes Peer Architecture, all’interno di Spazio BIG Santa Marta, nello storico distretto delle 5VIE. Un progetto ambizioso che vede l’incontro tra lo studio milanese guidato dall’architetto Hannes Peer, conosciuto per il proprio approccio concettuale e multidisciplinare che fonde architettura, design e ricerca teorica, e Margraf.

Il risultato è un’opera che sfida i confini tra materiale e significato. CRASH trasforma la percezione del marmo, tradizionalmente simbolo di stabilità e perfezione, presentandolo come uno strumento di rottura e rivelazione, lontano dal suo tradizionale ruolo decorativo. L'installazione esplora la collisione come forza concettuale e fisica, che rimodella gli oggetti e lascia tracce visibili di un'interazione profonda. Il marmo, piegandosi e staccandosi dalla parete, sfida la propria natura di solidità stoica, interrompendo l'architettura come un errore voluto.

Il progetto riflette sul lavoro di artisti come Michelangelo, Luciano Fabro e Isamu Noguchi, che considerano la frattura un’occasione di reinvenzione e di rivelazione. Cominciando dall’ingresso, il visitatore è accolto in uno spazio che ricorda una cava, nel quale il marmo si contorce in una formazione cavernosa per poi evolversi nello spazio non accettando più il proprio destino di “lastra verticale”, ma scivolando a terra sotto la spinta del proprio peso fino ad arrivare al culmine dell’installazione, che dà il nome al progetto: una monumentale lastra di marmo sfida la sua stessa natura, piegandosi e sgretolandosi in un momento congelato, come se il materiale stesse riscrivendo le leggi della sua stessa esistenza.

CRASH si presenta quindi come una riflessione sul dinamismo e sull’imprevedibilità del processo creativo, in cui tradizione e innovazione si scontrano, dando vita a un’opera che trascende le aspettative. Invita a guardare il marmo non più come un materiale statico, ma come una sostanza viva e in continua evoluzione.