Un innovativo contratto di rete per una filiera produttiva più sostenibile: questo l’obiettivo di "Supply Echosystem", progetto presentato da We.Do Holding, il gruppo padovano attivo nel settore dell'arredo design d’alta gamma, a circa 300 dei 2.000 fornitori della propria filiera. Si tratta di un modello organizzativo centralizzato e più efficiente che permetterà alle aziende della filiera produttiva un doppio vantaggio: beneficiare di un sistema di certificazione e di rating di filiera solido, di nuovi strumenti finanziari e di reali possibilità di essere più sostenibili (anche tramite il contratto di filiera sostenibile firmato con Intesa Sanpaolo, improntato sullo sviluppo delle sostenibilità e promozione dei valori ESG in tutte le PMI della catena del valore) e di mettere in atto una osmosi di competenze tra la capogruppo, le sue aziende e la catena di fornitori.
Si viene dunque a creare un soggetto terzo indipendente, dotato di una autonoma soggettività giuridica e imprenditoriale, che si occupa dell'approvvigionamento e dei servizi per le aziende del gruppo. “Nella maggior parte delle esperienze in atto di supply chain - spiega il presidente di We.Do Holding Andrea Olivi - esiste una asimmetria che porta alla massimizzazione del vantaggio per la capofila. Il nostro progetto parte dalla ricerca di convenienze dei soggetti che a tale accordo partecipano (approccio collaborativo "win-win"), oltre che naturalmente delle imprese del gruppo. I soggetti facenti parte del sistema di supply chain di gruppo ricevono dalle nostre aziende e trasferiscono alle stesse capacità e conoscenze, generando maggior valore per clienti e stakeholders. Il business deve essere sempre più sostenibile, ce lo impone l'Europa, ce lo chiede il consumatore. L'ottimizzazione dei processi, all'interno di un quadro normativo definito, può facilitare il processo di sostenibilità e accrescere la competitività di tutti”.
Il riferimento contrattuale ottimale, secondo We.Do Holding, è il contratto di rete che supera il normale rapporto cliente-fornitore ponendo al centro del rapporto gli obiettivi comuni. I vantaggi per le parti sono l'utilizzo condiviso in rete di risorse tecniche, produttive, commerciali, organizzative e digitali, l’apertura a forme di compartecipazione ai risultati e, infine, la condivisione anche delle persone stesse. La trasparenza e la strutturazione in rete della filiera permetterà anche l'adozione di un sistema di "supply-chain finance" che renderà smobilizzabile il capitale circolante del network, in modo che i fornitori-partner non debbano più preoccuparsi di perseguire processi di affidamento dal sistema bancario.
“Rispetto alle analisi da noi effettuate e a una ragionevole valutazione della domanda nazionale e internazionale - conclude Olivi -, in base a indicazioni di investitori, designer e costruttori, con il progetto "Supply Echosystem", We.Do Holding potrebbe acquisire un'ulteriore fetta di mercato per il raggiungimento, nel 2028, di un fatturato aggregato di un miliardo di euro. Oggi è necessario bruciare i tempi in un mercato in continuo cambiamento, anche per sfruttare il vantaggio competitivo che spesso una soluzione nuova o originale consente”.